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L’uomo che ha raccontato la Nazionale per generazioni

Il calcio italiano perde una delle sue voci più iconiche. Bruno Pizzul, storico telecronista e volto indimenticabile del giornalismo sportivo in Italia, si è spento all’età di 87 anni. Il celebre commentatore, che ha accompagnato milioni di tifosi nei momenti più emozionanti della Nazionale italiana, si è spento all’ospedale di Gorizia, lasciando un vuoto enorme nel cuore degli appassionati di calcio.

Il suo timbro inconfondibile, il tono pacato ma coinvolgente e la sua capacità di narrare le partite con equilibrio e competenza hanno reso le sue telecronache un vero e proprio patrimonio del calcio italiano. La sua carriera lo ha visto protagonista per oltre tre decenni, raccontando successi, sconfitte, gioie e drammi che hanno segnato la storia della Nazionale azzurra e delle competizioni internazionali.

Bruno Pizzul: una vita dedicata al calcio e alla telecronaca

Nato a Udine l’8 marzo 1938, Pizzul si è avvicinato al calcio prima come giocatore e poi come giornalista. Il suo esordio nel mondo del pallone non è stato con un microfono in mano, bensì con gli scarpini ai piedi. Dopo aver militato nelle giovanili della Cormonese e della Pro Gorizia, ha avuto esperienze da professionista con il Catania nel 1958, per poi passare all’Ischia, alla sua amata Udinese e infine al Sassari Torres.

Tuttavia, il destino aveva per lui un’altra strada. La sua carriera da calciatore non decollò ai massimi livelli, ma la sua passione per il calcio lo portò a intraprendere un percorso che lo avrebbe reso immortale: quello della telecronaca sportiva.

Nel 1969 entrò in Rai, dopo aver superato un concorso, e l’anno successivo fece il suo esordio come commentatore televisivo nella partita Juventus-Bologna, spareggio di Coppa Italia. Quella fu la prima di una lunghissima serie di telecronache che lo avrebbero portato a diventare la voce ufficiale della Nazionale italiana per oltre 16 anni.

Cinque Mondiali e quattro Europei: il legame indissolubile con la Nazionale

A partire dal Mondiale di Messico 1986, Pizzul divenne il telecronista principale della Nazionale italiana, un ruolo che mantenne fino al 2002. Durante questi anni, ha raccontato cinque edizioni della Coppa del Mondo e quattro Campionati Europei, diventando il riferimento assoluto per gli appassionati di calcio.

Tra le sue telecronache più memorabili, resta scolpito nella memoria degli italiani il gol di Roberto Baggio ai Mondiali del 1994, con il suo celebre commento:

“… e segna, segna Roberto. Roberto Baggiooooo al 42’ del secondo tempo!”

Il suo stile sobrio ma incisivo, la sua capacità di trasmettere emozioni senza mai eccedere in toni eccessivi, lo hanno reso un’icona del giornalismo sportivo.

Dalle Notti Magiche alla tragedia dell’Heysel

Chiunque abbia vissuto il Mondiale di Italia ‘90 ricorda le “Notti Magiche”, il sogno della Nazionale di Vicini fermato solo dall’Argentina di Maradona in semifinale. Pizzul ha raccontato ogni emozione di quel torneo con la sua inconfondibile voce, accompagnando milioni di italiani in un’estate indimenticabile.

Ma il suo ruolo da telecronista lo ha portato anche a dover raccontare momenti tragici. Il 29 maggio 1985, durante la finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, il dramma dell’Heysel sconvolse il mondo del calcio. Pizzul si trovò a commentare una delle pagine più nere della storia sportiva, cercando di mantenere la lucidità e il rispetto necessari in un momento così difficile.

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